
Da quando è partita la raccolta differenziata ho iniziato a tenere sotto controllo le scarpate ai bordi della strada della val Cantuna per monitorare il livello di civiltà della popolazione del paese. Devo dire che sono rimasta piuttosto soddisfatta dei risultati, perché in generale sembra che la popolazione abbia accolto bene l'onere della differenziazione dei rifiuti.
Peccato però che qualcuno invece di differenziare il rifiuto ha preferito differenziare il proprio cervello: in un paio di punti della strada Provinciale, uno appena fuori del paese, uno al confine con il comune di Pieve d'Alpago, appena prima del cartello di indicazione dell'inizio geografico del comune si vedono evidenti dei sacchetti di immondizia, cartoni, materiale vario, perfino matasse di filo ancora utilizzabile.
Materiale gettato là forse per risparmiare qualche centesimo nella bolletta dei rifiuti, forse per pigrizia nel decidere cosa va in quale bidone, sicuramente per ignoranza.
Ignoranza di quanto vale il nostro territorio, di quanto siamo fortunati a vivere in un posto dove in pochi passi si può godere della natura incontrando animali selvatici e vedendo le piante che seguono il loro ciclo naturale seguendo le stagioni, ma anche di quanta gente sognerebbe di avere fuori di casa quello che abbiamo noi e invece ha solo cemento, industrie e polvere.
Vogliamo che quando si parla di Arsié vengano subito alla mente i nostri rifiuti come avviene in certe zone d'Italia?